BARBAROSSA – Italia 2009, di Renzo Martinelli con Raz Degan, Rutger Hauer, F. Murray Abraham, Kasia Smutniak, Cecile Cassel
I tagli alla scuola, ai musei, alle biblioteche, sono ormai all’ordine del giorno. Per fortuna, però, possiamo stare tranquilli: i nostri soldi sono ben spesi, per fare un esempio 30 milioni di euro provenienti dalla RAI e da finanziamenti statali vari sono serviti a produrre Barbarossa, un film fortemente voluto da Umberto Bossi, (che infatti appare in un cameo) al confronto del quale persino Il trionfo della volontà di Leni Riefenstahl sembra un’opera morigerata e obiettiva.
A pensarci bene, però, a volte persino dei film dall’intento palesemente propagandistico possono comunque avere un grande valore tecnico e artistico, se si riesce a guardare oltre le ideologie. La già citata Riefenstahl da una parte, e S. Ejzenštejn con La corazzata Potemkin (che in realtà è ben lungi dall’essere una cagata pazzesca) e il meraviglioso Alexander Nevskij dall’altra, ne sono esempi principi.
Barbarossa rientra in questa categoria? Ovviamente no, Renzo Martinelli non è certo Ejzenstein, bensì un povero incapace che non è ancora riuscito a realizzare un film decente, e le pecche squisitamente cinematografiche di Barbarossa sono di gran lunga più gravi e fastidiose della puerile retorica leghista da due soldi (e chissà se i fieri padani si sono resi conto dell’ironia del fatto che per risparmiare il film è stato girato in Romania con comparse rom…).
Il problema di questo ambizioso progetto, infatti, è che quello che voleva diventare – dichiaratamente - una sorta di via nostrana al kolossal epico si riduce ad un patetico scimmiottamento delle più famose pellicole straniere del genere, diventando una specie di Braveheart in salsa lombarda che si trascina per 138 eterni minuti di scene inutili e mal legate tra loro (il montaggio è uno degli aspetti meno riusciti del film) che comunque non riescono mai a convincere. A volte sono i ridicoli effetti speciali o le scenografie raffazzonate, (gli interni sembrano tutti girati in una stalla – sempre la stessa) altre volte i dialoghi risibili messi in bocca ad attori non all’altezza del compito, e fa male al cuore vedere Rutger Hauer e F. Murray Abraham coinvolti in questo scempio; fatto sta che la comicità involontaria fa capolino spesso e volentieri, e l’ignobile doppiaggio non fa altro che peggiorare la situazione. Non c’è praticamente nessun aspetto di Barbarossa che riesce a raggiungere la sufficienza, dalla sceneggiatura sgangherata e priva della benchèminima credibilità storica (e l’elemento magico/mistico inserito a forza è un errore gravissimo) per arrivare alle musiche, che saccheggiano vergognosamente quelle di molti altri film, su tutti Il Gladiatore e Il Signore degli Anelli, che pare anche il principale punto di riferimento di Martinelli dal punto di vista visivo: molte sequenze e inquadrature sono riprese pari pari dai film di Peter Jackson, e il povero Raz Degan tenta disperatamente (e invano) di sembrare Viggo Mortensen.
Purtroppo per gli sventurati spettatori (molto pochi, nonostante si sia tentato di spingere il film in tutti i modi) tutto questo insieme di caratteristiche non riesce a produrre un risultato tale da divertire ma, anche a causa della sua eccessiva lunghezza, riesce solo ad annoiare. Personalmente ho dovuto dividere la visione in 4 sedute per riuscire ad arrivare alla fine. Il mio consiglio per chiunque voglia vederlo comunque è di tener pronto il DVD de Il mestiere delle armi per disintossicarsi da questa miserevole buffonata.
IL GIUDIZIO DEL CRITICO **