martedì 1 giugno 2010

The Human Centipede

THE HUMAN CENTIPEDE (First Sequence) – Olanda/Inghilterra 2009, di Tom Six con Akihiro Kitamura, Dieter Laser, Andreas Leupold, Ashley C. Williams, Ashlynn Yennie

Una volta, John Ford disse che le tre cose migliori da mettere in un film sono una montagna, una coppia che balla e un cavallo al galoppo. Oggi, a distanza di tanti anni dalla morte del regista di Sentieri selvaggi e Com’era verde la mia valle, non credo di fare un torto alla sua memoria se mi permetto di apportare una piccola aggiunta alla sua lista. A mio avviso, le cose migliori che si possono mettere in un film sono una montagna, una coppia che balla, un cavallo al galoppo e un millepiedi umano composto da tre malcapitati le cui bocche sono chirurgicamente attaccate all’ano del compagno davanti.

Mi sono sforzato, ma non sono riuscito a farmi venire in mente un’invenzione, o scoperta, negli ultimi secoli, che possa stare alla pari dell’idea alla base di questo film, penso che sarebbe necessario tornare indietro di svariati millenni a quel genio che si è inventato la religione, trovando così un modo per farsi mantenere gratis senza fare niente di utile in cambio.

Personalmente, non ho dubbi: sebbene immagini che molte persone potrebbero trovare disgustoso, rivoltante, o anche semplicemente stupido questo film, sono anche consapevole che gli amanti della spazzatura su celluloide come me non possono non trovare l’idea che ne sta alla base incredibilmente luminosa. Perché sì, di pazzi maniaci torturatori e assassini ne abbiamo visti a carriolate in migliaia di altri film, ma nessuno di essi, per quanto perverso, aveva mai avuto una trovata così divertente. L’uovo di Colombo! Un film con gente costretta a stare con la faccia tra le chiappe degli altri per tutto il tempo, e quando mangiano poi…

D’accordo, avete capito quanto sono stato entusiasta del soggetto. Ma poi, arrivato sullo schermo, The Human Centipede riesce a funzionare o si rivela una bruciante delusione?

Devo ammettere che si tratta di una domanda difficile, ma una cosa posso dirla: anche se lascia un leggero amaro in bocca soprattutto a causa di una parte finale forzata e non molto efficace, le risate grasse non sono mancate, anzi, hanno decisamente abbondato.

Merito del villain monumentale, interpretato da Dieter Laser, un ex chirurgo di grido con un’incredibile faccia da pazzo, misantropo e soggetto a scatti d’ira, ma con un certo gusto; la sua Mercedes è nuova e sempre lucidata a dovere, la sua casa in mezzo a un bosco in Germania è grande, luminosa e molto bella, con tanto di piscina coperta; e non si vede mai un granello di polvere. In mezzo al suo prato, perfettamente rasato, una lapide commemora la scomparsa del suo “amato tri-cane”, ovvero il primo esperimento dell'incompreso dottore che, prima di cominciare a rapire esseri umani, si era esercitato sui suoi tre Rottweiler, di cui tiene le foto sul comodino. Che tenero!

Fotografia, regia, inerpretazioni? Inutile parlarne. Certo, il fatto che i due poliziotti siano interpretati da attori che sembrano dei camionisti in pensione, si nota, come si notano molti altri difetti di questo film, che pare sia destinato ad essere il primo di una serie. Ma tra le risate che vi strapperà, se avete il palato giusto, non ci farete caso.

Un film d’obbligo per chi ama il trash, uno spasso per chiunque abbia il senso dell’umorismo, una schifezza per i moralisti o i poveri di spirito (e molto spesso la cosa va di pari passo). Questo è The Human Centipede, prendere o lasciare. Io prendo.

IL GIUDIZIO DEL CRITICO *

PS – La versione visionata è quella in lingua originale, al momento non so se sia prevista l’uscita del film nel nostro paese.

PPS – Grazie al viral marketing, potete divertirvi a interpretare il folle scienziato in un flashgame dallo stile molto anni 80. eccolo qui http://www.screenweek.it/link/42397