giovedì 3 marzo 2011

Ladri di cadaveri

LADRI DI CADAVERIBurke & Hare – GB 2010, di John Landis con Simon Pegg, Andy Serkis, Isla Fisher, Tom Wilkinson, Tim Curry, Jessica Hynes, Ronnie Corbett

John Landis non è più quello di una volta, e questo ormai si sa. Però la speranza che possa ancora tirare fuori dal cappello non dico un capolavoro, ma un onesto prodotto di intrattenimento, c'è.

Ladri di cadaveri, ritorno di Landis alla regia cinematografica dopo l'inguardabile Blues Brothers 2000 e liberamente ispirato a una storia vera, partiva con delle premesse che personalmente ritenevo degne di nota, a partire dal cast molto interessante, composto da Simon Pegg e Andy Serkis, Tom Wilkinson e una deliziosa (anche se dalle doti recitative non certo sconvolgenti) Isla Fisher. E poi Tim Curry, e camei di Christopher Lee, Jenny Agutter, Ray Harryhausen... Un bel gruppo di attori alle prese con una commedia nera ambientata nell'Edimburgo del 1828.

I protagonisti, Burke e Hare, sono due amici che per sbarcare il lunario iniziano un fruttuoso commercio di cadaveri ad uso della prestigiosa Facoltà di medicina e del suo ambizioso rettore: ovviamente ben presto i due capiranno che è conveniente e talvolta necessario dare un aiutino ai cadaveri a divenire tali...

Sorvolando sui ricordi che questo film ha riportato a galla nella mia mente, quando il mio nano a Martelli da guerra esercitava la stessa onorevole professione dei due compari del film, devo dire che quest'ultimo lavoro di Landis mi ha un poco sorpreso: da un lato, considerato il budget non elevato a disposizione della produzione, ho potuto apprezzare delle ottime scenografie e una fotografia che riesce a sembrare sempre concreta e reale nonostante l'inevitabile uso di qualche effetto digitale per far tornare indietro di un paio di secoli la città di Edimburgo.

Dall'altro lato, un ultimo atto in cui il tono del film, finale compreso, si fa più serio, forse troppo. In mezzo a questi aspetti, c'è un prodotto cinematografico che veramente si può definire “medio”: abbastanza divertente ma senza esagerare, con una durata adeguata per il suo genere (i canonici 90 minuti) e che si fa guardare fino alla fine senza annoiare. Certo, non è Un lupo mannaro americano a Londra; ma sono un uomo che si sa accontentare.

IL GIUDIZIO DEL CRITICO ***